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Festa di Sant'Antonio Abate   PDF  Stampa  E-mail 
S. Antonio Abate, patrono di Zinasco Vecchio, nasce in Egitto nel 251, da una ricca famiglia cristiana. Fu uno dei fondatori del monachesimo orientale e viene ricordato quindi con l'appellativo di "padre dei monaci". Si racconta che dopo aver lasciato la propria eredità a chi ne avesse più bisogno, visse una vita da eremita in una tomba scavata sul fianco di una montagna vicino al luogo natale. Lo raggiunsero numerosi discepoli che si affidarono a lui e fondò quindi varie comunità anacoretiche in Egitto.
Sostenne poi i martiri nella persecuzione di Diocleziano e si adoperò contro l'eresia ariana. Si tramanda che sia morto il 17 gennaio del 365 a C. e ancora oggi si sceglie quindi tale data per ricordarlo perchè la sua morte terrena equivale alla sua nascita al cielo come Sant'Antonio. 

Un Santo protettore
In Occidente, la sua figura ascetica, perde la forma originaria e diventa un santo popolare, domestico. S. Antonio quindi diviene protettore degli allevatori e del bestiame perché protegge gli animali dalle malattie come lo scorbuto e i parassiti interni.
Ma è anche protettore di molte attività che si collegano agli animali quindi i tosatori, i fabbricanti e i commercianti di tessuti, i guantai, i fabbricanti di spazzole (che un tempo si facevano con le setole dei maiali), i macellai, i droghieri e i salumieri poiché vendono prodotti a base di maiale.
Per il suo dominio sul fuoco, è invocato anche contro gli incendi e l' herper zoster, detto per l'appunto fuoco di Sant'Antonio, nonché contro tutte le malattie contagiose della pelle.

Come viene raffigurato
S. Antonio  viene rappresentato con vari attributi: il bastone con in cima un campanello (il Tau) e  il maiale. L'accostamento a quest'animale ha origine poco certa. Il maiale potrebbe rappresentare un'allegoria del male, le tentazioni della carne oppure potrebbe riferirsi all'allevamento che di questi animali facevano i Fratelli Ospedalieri di S. Antonio per ricavarne il grasso, utilizzato come unguento contro il fuoco di Sant'Antonio.
La lingua di fuoco che talvolta appare dietro al santo nelle sue immagini, si riferisce proprio al male. A proposito invece del campanellino che viene talvolta raffigurato sul bastone a cui si appoggia sant'Antonio, si dice che fosse un dono del Signore e che avrebbe dovuto scuoterlo ogni volta che il diavolo lo avesse tentato.

Sagre
In molte località italiane, al mattino del 17 gennaio si benedicono gli animali e si preparano cataste di legna che al tramonto si accendono, sempre in ricordo del famoso fuoco trafugato dal santo al demonio. Di quello che rimane, la gente si porta a casa un po' di cenere o qualche resto di tizzone per preservare stalle e animali da eventuali sciagure.

S. Antonio e Zinasco
A Zinasco Vecchio la festa per il patrono è una vera tradizione. In preparazione ai festeggiamenti, Venerdì, Sabato e Domenica alle ore 17.30, in Chiesa Parrocchiale a Zinasco Vecchio ci si riunisce in preghiera.
Il 17 gennaio alle ore 10.00 si terrà invece la S. Messa in onore del santo. Mentre alle ore 12.30 circa presso l'oratorio, sono tutti invitati al tradizionale pranzo di festa.
Il giorno 23 verso le 14.30 si continuano i festeggiamenti con la processione al termine della quale verranno benedette le stalle ancora presenti nel territorio circostante e i salamini che, preparati dalla Pro Loco, saranno poi distribuiti ai presenti.
La festa popolare vuole che all'alba nella piazza principale, la Pro Loco inizi a preparare in pentoloni di rame, circa 3 quintali di polenta e i salamini. Questa tradizione pare abbia avuto origine addirittura più di 40 anni fa con un piccolo pentolino e sia poi cresciuta fino ai 3 quintali attuali per merito della moltitudine di gente che ogni anno partecipa alla festa in piazza.
I festeggiamenti continuano poi con la consueta Corsa Podistica che si svolgerà in mattinata, mentre in Sala Consigliare per tutta la giornata, esposizione di modellini di antiche macchine agricole, aeroplani, automobili, creati da gente del luogo.

Laura Vacchini
[fonti: Parrocchia di Zinasco, 
Enrosadira, Cartantica.it , Arcobaleno.net]

Ultimo aggiornamento ( sabato, 15 gennaio 2005 )

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