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Frascarolo - Scaldasole - Zeme   PDF  Stampa  E-mail 

Frascarolo
Il Castello di Frascarolo - fonte www.infolomellina.netFrascarolo è situato nella parte meridionale della Lomellina a poca distanza dalla riva sinistra del Po. La sua posizione è molto strategica e nel corso della storia, il paese è stato teatro di numerose vicende storiche. Ritrovamenti archeologici dimostrano che già in epoca romana esistevano insediamenti nel territorio. Il borgo si è poi accresciuto, e nel medioevo furono edificate alcune opere fortificate.

Il paese è nominato per la prima volta in un documento datato 924, con il quale Ogglirio, vescovo di Lodi, cede alcune terre (tra le quali Frascarolo) ai conti Alberico e Aldramano. In quegli anni, il paese è parte del Comitato di Lomello che si va sempre più affermando in Lomellina.

Intorno al XIV secolo viene edificato il castello, e nel 1441 ceduto ad Andrea Birago dal duca Filippo Maria Visconti. Alla sua morte la signoria passa agli Sforza. Negli anni seguenti, Frascarolo è teatro di guerre sanguinose per il possesso del territorio e nel 1512, il castello viene ricostruito, con caratteristiche riconoscibili ancora oggi. Nel corso degli anni successivi, la struttura passa ai Cairoli, ai Beretta e ai Vochieri, che la possiedono tuttora.
Nel 1882 vengono eseguite le ultime ristrutturazioni del castello per conto dei proprietari dall'architetto vigevanese Luigi Vandone, che opera all'edificio trasformazioni radicali. Da origini e scopi puramente militari, il castello viene convertito in un elegante complesso residenziale, secondo gli stili neo-gotici e romantici in voga nell'epoca. Le modifiche apportate sono di grande impatto scenografico e formano un complesso di notevole interesse architettonico che ben si inserisce sulle strutture originali sopravvissute e in tutto l'ambiente circostante. Fin dal primo decennio del XX secolo il castello di Frascarolo è riconosciuto monumento nazionale.

Lasciando Frascarolo in direzione di Pieve del Cairo, è possibile raggiungere l'Abbazia di Santa Maria di Acqualunga, immersa nella garzaia di Acqualunga, riserva naturale costituita da boschi di salici ed ontani e abitata da colonie di aironi, garze e nitticore. Pace e silenzio circondano questo luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Il complesso è costituito dal monastero con un chiostro cinquecentesco e dal retrostante cascinale rurale e venne fondato nel 1180 da Ascherio, abate del monastero cistercense di Rivalta Scrivia. Nel 1459 vi divenne abate il nobile senese Francesco Todeschini Piccolomini, che nel 1503 fu eletto Papa Pio III e nel 1530 l'abate di Acqualunga, Galeazzo Pietra, fu nominato primo Vescovo di Vigevano.

[Laura Vacchini]
[informazioni e immagine gentilmente concesse da
www.infolomellina.net]

Scaldasole
Il Castello di Scaldasole - fonte www.infolomellina.netLa denominazione Scaldasole ha due probabili origini. In primo luogo, il termine potrebbe derivare dalle voci "acquae solis" il cui significato rimanda alla presenza di un territorio ricco di acqua ed esposto ai raggi del sole. In secondo luogo, la denominazione potrebbe essere collegata al fatto che per lungo tempo, il paese accolse una "fara" longobarda, ossia una corte giudiziaria e amministrativa retta da uno "sculdascius" (il nome longobardo skuldhaizo significa capo di circoscrizione, giudice), dipendente dal conte di Lomello.
Il paese appare per la prima volta nel 982 e i documenti che lo citano, testimoniano che Scaldasole era, già all'epoca, munito di un castrum costituito da un'alta torre che ospitava la corte dello "sculdascius" longobardo e da un "receptum" (ampio cortile adibito in caso di pericolo, alla protezione di uomini e animali) a salvaguardia del paese contro le inevitabili e sanguinose scorrerie barbariche. Scaldasole appartiene fino al XII secolo, alla famiglia dei Sannazzaro, successivamente passa ai Folperti, ai Mirandola e quindi ai Malaspina. Mentre nel XVIII secolo, il castello perviene alla famiglia Strada, attuale proprietaria. Ancora oggi il castello è il cuore del paese, nucleo attorno al quale si è sviluppato tutto l'abitato.
Il Boschetto di Scaldasole
Riserva naturale, è oggi una delle pochissime zone forestali della Lomellina ed è costituita da vere e proprie dune di sabbia che si elevano di pochi metri sul livello della campagna circostante. Il bosco è occupato in parte da giovani robinie affiancate da specie arbustive, quali il rovo, il sambuco, il nocciolo e il biancospino, mentre una fascia è adibita alla coltivazione di mais, frumento ed erba medica. Nell'area vivono i colombacci, la tortora, l'usignolo di fiume, la capinera, il codibugnolo, le cince, oltre alle specie più comuni come i fagiani, gli storni e le cornacchie grigie. Unico rapace è l'allocco, mentre tra i picchi si trova soltanto il picchio rosso maggiore. Infine sono presenti numerosi conigli selvatici, specie tipica di questi ambienti sabbiosi in cui possono costruire le loro tane sotteranee.

[Laura Vacchini]
[informazioni e immagine gentilmente concesse da
www.infolomellina.net]

Zeme
Il castello di Zeme - fonte www.infolomellina.netL'origine della denominazione Zeme è da ricondursi a due probabili ipotesi, sulle quali gli storici sono ancora oggi in disaccordo. Alcuni sostengono che si chiamasse "Geminae columnae"  per  due colonne miliari collocate sulle vie romane. Altri invece, fanno derivare il nome da "Gemina castra", per il fatto che in questo territorio si siano accampati gli eserciti di Mario e Catulo, prima di sconfiggere i Cimbri sul Sesia. Gemina sarebbe poi evoluta il Zemida, fino all'attuale Zeme. Questa la versione più attendibile, avvallata dal fatto che il paese è situato a breve distanza dal luogo ove ebbe luogo, nel 101 a.C., la battaglia dei "campi Raudii".
La storia del paese è antichissima ed è legata alle vicende religiose relative alla prima colonizzazione cristiana della zona. La documentazione più antica che cita il paese di Zeme, ci riporta al 977, quando l'imperatore concede il territorio al Vescovo di Pavia. La storia di Zeme è legata anche alle vicende dell'attuale frazione di Sant'Alessandro. Il piccolo abitato rappresenta la sopravvivenza dello scomparso paese di Carosio che, distrutto in seguito a vicende belliche, sembra svanire nel corso della storia, sostituito quindi da Sant'Alessandro. La chiesa parrocchiale di Zeme, è dedicata proprio a Sant'Alessandro. Risalente alla fine del XVI secolo, reca sulla facciata un affresco del pittore medese Nando Bialetti, raffigurante il martirio del santo.
Il Castello si trova proprio al centro del borgo. Consiste in un edificio monoblocco di sicura origine signorile ed è stato interamente ristrutturato nella prima metà del secolo XVIII. Già esistente ne XV secolo, viene ceduto insieme al paese di Gemina al duca Francesco II Sforza in proprietà alla curia vescovile a Vigevano. Da questo momento in poi, Zeme diviene una contea.

[Laura Vacchini]
[informazioni e immagine gentilmente concesse da
www.infolomellina.net]

Ultimo aggiornamento ( giovedì, 27 aprile 2006 )

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