Controlli ambientali a Sannazzaro L’ex assessore contesta Arpa ed Eni.
|
|
|
|
|
|
|
SANNAZZARO. Una commissione così rinunciataria, che avalla e non si impone, ha ancora senso di esistere?: la domanda è dell’ambientalista Giovanni Magnani, ex assessore all’ambiente ed oggi esponente dell’opposizione di sinistra. Dopo l’ultima riunione della commissione di salvaguardia ambientale, Magnani appare critico su più fronti ed attacca: Quanto prefissato da anni dal decreto di pronuncia di compatibilità ambientale che prevede che la rete di monitoraggio sull’aria passi alla gestione pubblica dell’Arpa e non più alla gestione del privato, tanto più se questi è parte in causa, è slittato ancora una volta. Per l’assenza in riunione dell’Arpa stessa. Dapprima i ritardi, poi le infinite perplessità ed ora i rinvii... E così il controllato continua a fare il controllore di sé stesso. Ma Magnani ha accuse da muovere anche all’amministrazione comunale: La commissione dovrebbe riunirsi mediamente ogni due mesi. Ma dal dicembre scorso non è stata più convocata. Mi si dice che i tecnici nel frattempo hanno però lavorato. Da qui la domanda: e noi rappresentanti dei cittadini che ci stiamo a fare? Dobbiamo avallare quanto l’Eni sta facendo per legge o per decreto? Dobbiamo accettare il travaso di informazioni semestrale dei tecnici? Perché si deve tenere in vita una simile e costosa corazzata se non si hanno tempo, opportunità e potere di intervenire? E poi i temi tecnici. Giovanni Magnani attacca: Si è confermato della presenza del campionatore continuo a valle dell’impianto di depurazione delle acque all’Eni. Su questi campioni, prelevati a spot ed in tempi diversi, si devono poi effettuare le necessarie analisi. I soli campioni disponibili, se non analizzati, a cosa possono servire? A buttare fumo negli occhi alla gente? Circa il Pm10, spesso fuorilegge in un recente passato a Sannazzaro, Magnani fa anche dell’ironia: Si sono presentate analisi comparate con altre aree padane. E si è detto che il male comune è, quasi, un mezzo gaudio. Troppo poco. Dal gruppo di lavoro nominato di recente ci attendiamo invece progetti precisi per fronteggiare almeno quella componente di polveri che va attribuita alla Raffineria. Anche qui si vuole minimizzare dicendo che il Pm10 si accentua con le inversioni termiche e climatiche. Dobbiamo allora affidarci alla speranza di un inverno mite, tralasciando tutto il resto? Infine l’estensione delle indagini ad altre sostanze. Così conclude l’ex assessore: Si parla da mesi e mesi. Ma l’estensione della ricerca al benzene ed ai metalli pesanti quando si farà?
[Paolo Calvi] [Fonte: La Provincia Pavese del 26 luglio 2006] |