Alessandro Manzoni
Nacque a Milano nel 1785 e vi morì nel 1873. Intellettuale, poeta, romanziere, in gioventù subì il fascino dell’ideologia dei Lumi e della rivoluzione francese; in età più matura si avvicinò fortemente al cattolicesimo, con spirito di profondissima fede.
Risultato della riflessione cattolica manzoniana sono gli Inni sacri (Resurrezione, Nome di Maria, Natale, Passione, Pentecoste) ed il saggio Osservazioni sulla morale cattolica.
Aderì in modo personale al romanticismo, elaborando i concetti di vero poetico e vero storico. Questi ultimi, prima considerati ambivalenti, furono, poi, distinti e contrapposti. Su tali riflessioni, si rimanda a: Lettre à monsieur Chauvet, Lettera sul Romanticismo e Del romanzo storico.
Ebbe ruolo di rilievo nel dibattito sulla lingua italiana. Sostenne l’importanza di creare una lingua unica, capace di superare i limiti dettati dai tanti dialetti popolari contrapposti alla lingua degli intellettuali. In particolare, nel saggio Dell'unità della lingua sostenne che l’italiano avrebbe dovuto coincidere con il fiorentino parlato degli uomini colti.
Infine, espresse il suo interesse anche in merito alla storia, attraverso alcuni saggi morali. Essi furono: Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, Storia della colonna infame, La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859. Ma la riflessione storica fu oggetto anche di alcune opere poetiche, quali le Odi Marzo 1821 e Cinque Maggio. Infine, sempre nell’ottica del dibattito sulla storia, scrisse le tragedie Il Conte di Carmagnola e Adelchi ed il romanzo I promessi sposi. Proprio con quest’ultima opera la sua riflessione giunse a compimento. In essa, si esaltava il ruolo della Provvidenza sulle sorti esistenziali dei singoli individui e dell’umanità.
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