Cresce sempre più nelle nostre città il bisogno di spazi di aggregazione per
bambini e ragazzi. Ed anche di luoghi sottratti al traffico dove poter
giocare liberamente e riscoprire il piacere dello stare insieme e
dell’incontro.
Ci ricordiamo tutti: fino a poche decine di anni fa, le strade erano di
“proprietà” dei bambini e le citta’ erano molto piu’ belle perche’
erano il luogo dell’incontro, dello scambio, del passeggio.
Oggi le nelle nostre città, le strade sono diventate il regno
incontrastato delle automobili, dei loro spostamenti veloci, dei parcheggi
che si “mangiano” tutte le piazze e i marciapiedi.
Il risultato è che nelle nostre strade i bambini sono scomparsi.
Ma il 15 aprile 2007 a Vigevano accadrà qualcosa di nuovo:a partire dalle ore 15 nel ridotto della Cavallerizza del Castello i
bambini riprenderanno possesso anche se solo per un pomeriggio di un
grande spazio e idealmente della loro città.
Laboratori, racconti di fiabe, giochi di una volta, burattini, palloncini,
clown e tante risate si susseguiranno fino all’imbrunire. Ed anche massaggi
shatzu e thai. Marco Savini, antropologo vigevanese, leggerà le fiabe da
lui pazientemente raccolte della tradizione orale lomellina.
Non mancherà una merenda biologica.
L’iniziativa è promossa dal Circolo Il Colibri di Legambiente Lomellina
in collaborazione con tutti gli altri circoli provinciali.
Aderiscono inoltre l’Associazione Irrigazione Est Sesia e il
Laboratorio Creativamente di Vigevano
La festa si inserisce in una iniziativa di carattere nazionale, denominata
appunto “Cento strade per giocare” che dal 1994 vede ogni anno
chiudere al traffico migliaia di piazze e di strade in tutta Italia.
L’iniziativa valorizzerà e cercherà di estendere anche in altre città
alcune iniziative di grande valore pedagogico e ambientale realizzate dal
Comune di Vigevano, quali i Piedibus e il Consiglio Comunale dei Ragazzi.
Di seguito riportiamo il testo che sarà distribuito nella festa e la
locandina della manifestazione.
Perchè 100
strade per giocare?
Fino a poche decine
di anni fa la strada era dei bambini, o meglio era anche dei bambini. Lo era non
perchè la città si preoccupasse di loro ma forse proprio perchè non lo
faceva. La città era il luogo dell’incontro, dello scambio, del passeggio.
Per questo doveva essere , ed era, ricca di monumenti, di sorprese, di
prospettive sempre nuove. L’interesse delle persone era quello di uscire di
casa e di vivere la città: di frequentarne le strade, le piazze e i luoghi di
incontro. La casa era un luogo importante ma semplicemente legato alle funzioni
primarie, mangiare, dormire: tutta la vita sociale, gli interessi, il
divertimento, si collocavano negli spazi pubblici della città. Oggi sembra
tutto completamente rovesciato. La casa è diventata ricca e confortevole, un
luogo difeso verso l’esterno, rassicurante e rilassante verso l’interno. La
città è diventata ostile, la si vive come un pericolo da evitare. In questa
città organizzata la strada è diventata il luogo delle macchine, dei loro
spostamenti veloci, dei loro parcheggi. I marciapiedi si sono ristretti, tanto
tutti si muovono dentro alle loro auto. La città risponde così alle
esigenze dei cittadini adulti e produttivi. Gli altri quelli più deboli come i
bambini preferiscono non uscire di casa. Insomma nelle nostre strade si
vedono sempre meno anziani e bambini. Certo nella città moderna si pensa
anche ai bambini , si dedica a loro spazi e servizi, dalla cameretta in casa al
giardinetto con scivoli, altalene e giostrine, scuole pomeridiane di lingue, di
sport, di strumenti musicali, di attività artistiche. Quello che il bambino non
può più fare in queste città è uscire da solo di casa, cercarsi un amico,
giocare con lui, esplorare l’ambiente, scoprire cose nuove, imparare a tenere
conto dei pericoli. Il fatto vero è che per un bambino di oggi, come di ieri,
questo non è un lusso, ma una necessità. Senza esperienze come queste un
bambino diventa grande o non ci diventa nel modo migliore. Senza potere uscire
da solo il bambino è condannato a passare in casa gran parte del suo tempo
correndo il rischio reale degli incidenti domestici e rimanendo intrappolato
nelle braccia premurose, ma preoccupanti, della televisione. Ma se i
bambini devono uscire da soli, andare da soli a scuola, a fare la spesa, a
esplorare il quartiere, allora la città deve cambiare. Per questo è necessario
assumere il bambino come parametro del cambiamento e attraverso di lui anche di
tutti gli altri cittadini che si muovono a piedi. Una maggioranza anche nella
città tecnologica di oggi. Ma se i bambini potranno uscire soli da
casa, dovranno disporre di luoghi stimolanti dove andare. Dovranno essere luoghi
veri, belli, interessanti, stimolanti per le varie generazioni e quindi vissuti
e frequentati e per questo sicuri. Se i bambini potranno scendere in strada,
se potranno muoversi con sicurezza a piedi e in bicicletta, i bambini
guadagneranno autonomia, esperienza e possibilità di uno sviluppo
armonico, ma la città guadagnerà molto di più: riuscirà a diventare uno spazio
sociale nel quale tutti i cittadini potranno muoversi nei modi più
semplici e vantaggiosi per il loro benessere psicologico. E di questi
tempi, cio non è poco.
Centostrade per
giocare, iniziativa di Legambiente a carattere nazionale fa propria questa
filosofia e lavora per creare città a misura di ragazzo.
[fonte: Comunicato stampa Legambiante "Il
Colibrì" Lomellina - 3 aprile 2007] |