Rassegna stampa da La Provincia Pavese del 20 marzo 2007
Cittadini e amministratori d’accordo “Non vogliamo l’impianto dei fanghi”
ZEME Raccolta di firme contro il progetto
ZEME. E’ iniziata domenica la raccolta di firme dei cittadini contrari all’insediamento dell’impianto dei fanghi. Il Coordinamento dei Comitati civici della Lomellina ha posizionato un banchetto in piazza Matteotti: ora l’iniziativa proseguirà a cadenza periodica. «Il Piano regionale di gestione rifiuti prevede la prescrizione “escludente” nelle aree coltivate a risaie per gli impianti di trattamento chimico-fisico», ha ricordato Gianfranco Bernardinello, responsabile lomrllino di Legambiente. Domenica a Zeme sono arrivati anche sindaci e amministratori della Lomellina, oltre al consigliere regionale Lorenzo Demartini: tutti hanno espresso dubbi sull’impianto proposto nell’ex area Silpat. Folta la presenza di amministratori pubblici e di sigle ambientaliste arrivati domenica a Zeme. In prima fila i comitati civici “Noi oggi per domani” di Valle e Lomello, “Parona Ambiente”, “Insieme per l’ambiente” di Galliavola, “Orizzonte” di Vigevano, una delegazione di Pieve Porto Morone, il circolo Legambiente “Il Colibrì” e il Wwf Lomellina. Per il Coordinamento permanente per la tutela della Lomellina erano presenti i sindaci di Mede, Giorgio Guardamagna (portavoce), di Torre Beretti, Fabio Lambri, di Breme, Francesco Berzero, e di Sant’Angelo, Romeo Zone. Con loro l’assessore di Valle, Marco Maggioni, il capogruppo di minoranza di Valle, Roberto Rotta, e due consiglieri di minoranza di San Giorgio. Vicino al banchetto anche Marco Miconi, ex capogruppo di minoranza a Zeme, da sempre contrario alla nascita dell’impianto nell’ex Silpat. «E’ fondamentale informare i cittadini di quanto potrebbero avere a pochi metri dal loro centro abitato», ha commentato Guardamagna. I Comitati civici e gli ambientalisti hanno ricordato i motivi della loro avversione al progetto della ditta bergamasca “Ecotrass”. «Zeme ricade nella Zona di protezione speciale e, inoltre, l’impianto sorgerebbe a poche centinaia di metri da una delle più belle garzaie della provincia, Sant’Alessandro - hanno spiegato -. Inoltre, il Piano territoriale di coordinamento provinciale prevede per gli impianti tecnologici, cioè di gestione e trattamento rifiuti e di produzione e trasformazione di energia, l’attivazione di tavoli di concertazione con gli interessati per lo studio e la valutazione di tutte le possibili ricadute territoriali, socioeconomiche e ambientali». Secondo gli organizzatori della raccolta di firme, l’utilizzo dei fanghi in agricoltura «va disciplinato con leggi molto più severe e soprattutto con controlli più adeguati. Attualmente i prelievi per i controlli sono spesso effettuati dalle ditte fornitrici: intuibile quanto sia assurda questa prassi! I prelievi andrebbero effettuati da terzi o, ancora meglio, da associazioni ambientaliste, comitati e cittadini giustamente preoccupati per la loro salute». Da ultimo, il circolo “Il Colibrì” di Legambiente invita, in particolare, le associazioni venatorie a prendere posizione contro gli impianti a rischio per l’ambiente. (u.d.a.) |