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AUTOSTRADA BRONI/MORTARA - Rass. stampa 15 e 17 aprile 2007   PDF  Stampa  E-mail 

Rassegna stampa da La Provincia Pavese del 15 aprile 2007

Autostrada, ora scatta il ricorso
I comitati si rivolgono al Tar. Ieri presidio in piazza
Donatella Zorzetto

PAVIA. Il caso dell’autostrada Broni-Pavia Mortara torna in scena prepotentemente. I legali dei comitati che da sempre si oppongono al progetto stanno preparando un ricorso al Tar. Intanto, ieri pomeriggio, alcuni rappresentanti dei comitati erano in Piazza della Vittoria a protestare, raccogliere adesioni e contributi. «Sarà l’autostrada più cara d’Italia - hanno spiegato -. Un progetto faraonico, da oltre 1.000 milioni di euro, che ai pavesi non servirà».
PAVIA. Il caso dell’autostrada Broni-Pavia Mortara torna in scena prepotentemente. I legali dei comitati che da sempre si oppongono al progetto approvato dalla maggioranza dei sindaci nell’ultima Conferenza di servizi tenuta nella sede della Regione a Pavia, stanno preparando un ricorso al Tar. Intanto, ieri pomeriggio, alcuni rappresentanti dei comitati erano in Piazza della Vittoria a protestare, raccogliere adesioni e contributi. «Sarà l’autostrada più cara d’Italia - hanno spiegato - Un progetto faraonico da oltre 1.000 milioni di euro che ai pavesi non servirà a niente perchè non risolve i problemi di congestione dell’asse sud-nord da Pavia verso Casteggio-Voghera. E’ un’autostrada fatta soprattutto per i camion, per trasferire a casa nostra per lo più traffico pesante che oggi si muove nell’area milanese: 45 mila veicoli al giorno in più di quelli che già transitano in provincia di Pavia».
 Il ricorso al Tar sarà presentato a breve. Ancora la data non è fissata, ma non manca molto. Sono convinti i comitati (alla lista si sono aggiunti quelli di Dorno e Gropello e quello degli agricoltori per la tutela del territorio) nel sostenere il no ad un progetto contestato sin dall’inizio. E sul loro blog, (www.bronimortara.blogspot.com) hanno scritto i perchè.
 «Un decisivo contributo al volume di traffico della Broni-Pavia-Mortara sarà dato dalle strutture logistiche che stanno alla vera base del progetto - spiegano - Si tratta del polo intermodale di Mortara, il retroporto di Bressana Bottarone e il polo logistico di Santa Giuletta, propagandati dai proponenti del progetto di autostrada come tappe inevitabili di uno sviluppo altrimenti impossibile. La Broni-Pavia-Mortara sarà perciò percorsa, oltre che dal traffico deviato dal Nord della regione, dagli autotreni che partiranno dai vari poli verso la loro meta».
 «Le strutture logistiche, dice il buon senso, si costruiscono accanto alle vie esistenti - prosegue il comitato - Qui invece prima si progetta la struttura in luoghi non situati su vie di comunicazione importanti, o incastrati in zone densamente abitate e costruite, per lamentare poi la necessità di una via di collegamento adeguata e sopportare gli impressionanti volumi di traffico previsti. La sola certezza per un’autostrada che presenta questi livelli di traffico è che produrrà un inquinamento tale da compromettere la nostra salute e il nostro ambiente».
 
Sviluppo sostenibile, Legambiente si appella ai Comuni
Il Piano di governo diventa strumento di partecipazione.

 
PAVIA. Autostrada Broni-Mortara: Legambiente ha definito i contatti con gli avvocati per predisporre una serie di azioni legali contro il progetto dell’infrastruttura. Al tempo stesso continueranno le manifestazioni per la raccolta di fondi da destinare all’azione legale.
 Lo ha deciso il Coordinamento dei circoli della provincia di Pavia, riunitosi nei giorni scorsi. Il circolo “Il Colibrì” di Cilavegna e Lomellina ha ricordato l’iniziativa in programma oggi a Vigevano: nella Cavallerizza del castello si svolgerà il convegno “Ticino: un fiume, un parco”, cui farà seguito, nel pomeriggio, “Cento strade per giocare”. Inoltre, Legambiente inviterà i Comuni a utilizzare lo strumento rappresentato dal Piano di governo del territorio «come un momento importante di partecipazione dei cittadini alla definizione dello sviluppo sostenibile della nostra provincia».
 Infine è in cantiere anche un convegno sul tema dello sviluppo sostenibile della provincia di Pavia da organizzarsi con rappresentati dei sindacati Cgil-Cisl-Uil.
 Da ultimo, 64 fra Comuni e associazioni hanno aderito all’iniziativa che porta il nome “Piccola grande Italia-Festa dei piccoli Comuni”, festa che è in programma nei giorni 5 e 6 maggio prossimi.

Rassegna stampa da La Provincia Pavese del 17 aprile 2007

di Fabrizio Merli
«L’autostrada minaccia il Ticino»
Giulia Maria Crespi, presidente del Fai critica il progetto della Broni-Mortara

«Il Parco non dovrebbe essere governato da politici, meglio affidarlo a un tecnico»

 VIGEVANO. «C’è un ufficio studi sull’inquinamento del Ticino a Magenta. Al convegno hanno presentato il risultato di dieci anni di studi. Però io avrei voluto sentire almeno una proposta concreta». Giulia Maria Crespi, presidente del Fai (Fondo italiano per l’ambiente) cita alcune delle perle incastonate nel verde del Parco del Ticino: Piazza Ducale, a Vigevano, la Sforzesca, l’abbazia di Morimondo. Eppure questo patrimonio è minacciato: «Penso all’autostrada Broni-Mortara, ma anche alla terza pista della Malpensa. E a un fiume che, una volta, era definito Azzurro».
 A fornire dati e opinioni sul contestatissimo progetto della Broni-Pavia-Mortara è il figlio di Giulia Maria Crespi, Aldo. «E’ incredibile che la “Vas”, cioè la valutazione ambientale strategica, venga fatta dopo il progetto preliminare. E’ come progettare una casa e chiedersi, solo dopo, se il terreno sul quale sorgerà è idoneo. Per non dire del fatto che la valutazione verrà fatta da chi realizzerà l’opera. Per paradosso, poi, quest’opera giunge nel momento in cui vi è una aumentata richiesta di riso. E noi cosa facciamo? Facciamo passare un’autostrada sopraelevata in mezzo alle risaie». In questo panorama, la presidentessa del Fai individua anche qualche piccolo motivo di ottimismo: «C’è un risveglio dell’“io cosciente” da parte della popolazione. Penso alla Toscana, dove per contrastare la “malattia del mattone” sono sorti 80 comitati spontanei». In una recente intervista a “Repubblica”, Giulia Maria Crespi ha “tirato le orecchie” a Piero Fassino per avere assolto, a Fiesole, i suoi compagni di partito senza alcuna autocritica. Ma l’attenzione della presidentessa è rivolta a un certo modo di fare politica. «Il Parco del Ticino è un corridoio ecologico che unisce le montagne al Po. L’Unesco lo ha dichiarato una riserva “Mab” (man and biosphere), un ecosistema da tutelare a ogni costo. Però l’istituzione-Parco ha le sue pecche. Prima di tutto la gestione è divisa tra due regioni (Lombardia e Piemonte) e una nazione straniera, la Svizzera. E’ come se su una sola barca vi fossero tre timonieri diversi. Poi i “timonieri” italiani sono politici e quindi sono tenuti a seguire determinate direttive. Invece credo che vi dovrebbe essere una gestione unica e affidata a una persona con competenze specifiche». Giulia Maria Crespi non è tenera con il Parco, nè con la sua gestione: «La parte lombarda del Parco è poco tutelata e lo dico nonostante Milena Bertani sia una persona simpatica. Se si realizza la terza pista di Malpensa il Parco è finito. E mi chiedo in quale altro Paese europeo via siano due “hub” internazionali a 40 minuti di volo l’uno dall’altro». «Il Parco, secondo me, non ha poi fatto il suo dovere dicendo di sì ai 15 chilometri di autostrada Broni-Mortara che passano sul suo territorio». L’analisi sulla qualità del fiume è poi impietosa. «Tanti anni fa era possibile berne le acque, tanto erano pure. Ora non è nemmeno possibile fare il bagno. Cito un solo episodio: la scorsa estate stavo facendo una gita in barca. Abbiamo visto, in lontananza, un’area bianca in mezzo alla corrente. Sembrava quasi un “ghiaione”. Invece, quando ci siamo avvicinati, abbiamo visto che si trattava di alghe fiorite. L’inquinamento è sempre più grave, i pesci quasi non ci sono più. Ecco perchè, a fronte di accurati studi sullo stato delle acque, vorrei vedere anche proposte concrete. Per capire che il Parco è una grande risorsa da valorizzare. Non solo per le bellezze naturalistiche, ma anche per quelle artistiche e architettoniche. E, ancora, per l’agriturismo e per i prodotti scelti dell’agricoltura. In questi giorni sto rileggendo la “Storia d’Italia” di Indro Montanelli. L’Austria considerava la Lombardia il suo “chicco dorato” e per questo combattè strenuamente per il valore che avevano le nostre campagne».
 I tempi mutano e, adesso, si parla addirittura di rivedere le normative di aree protette come il Parco Sud Milano. Segno ulteriore della necessità di difendere a ogni costo il Ticino.

Ultimo aggiornamento ( giovedì, 19 aprile 2007 )

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