Padre Alessandro Nava, Responsabile del Consolata Ikonda Hospital, in Tanzania, parla col cuore della scelta di donarsi agli altri.

by Laura Vacchini
12 dicembre 2007

Ad Ikonda, la vita scorre scandita dai tantissimi impegni che coinvolgono tutto il personale medico e volontario. Sono tanti i progetti e le attività che queste persone riescono a portare avanti e tante sono le persone che ricevono aiuto, competenza e amore.

Per chi come noi possiede ogni cosa, pensare ad una realtà così diversa dalla nostra, può destare incredulità o curiosità. E’ normale: ciò che non si conosce direttamente fa sorgere domande e desiderio di sapere. E’ per questo motivo che è necessario parlare di Ikonda, perché sono tanti coloro che non conoscono questo luogo di speranza e che non sanno quante vite umane riesce ad aiutare.

Una struttura come il Consolata Ikonda Hospital, esiste perché ci sono persone speciali che hanno creduto e perseverato per realizzare un “angolo” di accoglienza per tutti i disagiati della Tanzania. Sono uomini e donne che scelgono di dedicare la loro esistenza a chi ha bisogno di sostegno, a chi non ha la salute, una casa confortevole, una famiglia a cui dare e ricevere affetto. Queste persone seguono il loro cuore per andare alla ricerca della gioia profonda che nasce dal vivere per gli altri, mettendo a disposizione le proprie competenze e le proprie risorse.

Ma chi si nasconde dietro a questi angeli che scelgono di dedicarsi agli altri lontano dalla propria casa e da una vita comoda?

Padre Alessandro Nava, Responsabile della struttura ospedaliera Consolata Ikonda Hospital, ha raccontato i motivi per cui lui, come molti altri volontari, hanno scelto di vivere a Ikonda.

D. Padre, la sua scelta di vita, così come quella di molti altri volontari che lavorano ad Ikonda, è stata quella di dedicarsi agli altri. Cosa alimenta la sua volontà di donarsi a chi soffre?
R. Capita spesso che visitatori ed ospiti che vengono ad Ikonda ci rivolgano molte domande sul nostro lavoro, sull’ospedale, sugli ammalati, sulla vita della gente, sulla nostra vita e sul perchè siamo qui. Ma perchè lavorate qui? Come fate a vivere in un posto così isolato, lontano dal mondo, dalle comodità, da un minimo di vita sociale? Un giorno un canadese si lasciò sfuggire questa frase: “Here you are in the middle of no where” (qui voi siete nel mezzo del nulla). Queste ed altre ancora sono le domande che molti ci pongono… forse non osano entrare troppo nell’intimo ma noi le intuiamo: riguardano anche la nostra vita, le scelte, gli affetti e la sfera personale di ognuno di noi. Le risposte a tutte queste domande non possono che venire dal di dentro. Il segreto della felicità non è nel posto, nelle comodità, nella società, nell’appagamento di sé, il segreto della felicità è solamente dentro di noi. Certo, ci vogliono motivazioni, ci vuole fede, ci vuole Dio... Credo che se questo mondo ha potuto ospitare i passi di Gesù Cristo come uomo e come Dio, allora il vivere, per noi, ha un sapore tutto speciale. A Ikonda bisogna “esserci per gli altri”. E’ naturale che poi queste parole comportino dei rischi, delle rinunce, dei sacrifici, ma anche tanta gioia e felicità nel fare del bene.

D. La vostra scelta di vita è davvero ammirevole: qual è il pensiero che vi sostiene in questo percorso?
R. Noi non siamo né eroi, né santi, né gente di un altro mondo. Siamo persone normali e nella quotidianità cerchiamo di tradurre quelle semplici parole che sono anche il motto del logo di Amici Ikonda Hospital: “…e si prese cura di lui”. La stessa parabola del Samaritano termina con queste parole: “Allora Gesù disse: va e anche tu fa’ lo stesso” (Lc. 10,37). A questo proposito vorrei citare alcune parole molto belle tratte dal libro di Dietrich Bonhoeffe, Resistenza e Resa: "E’ certo che noi possiamo vivere sempre vicini a Dio e alla sua presenza, e che questa vita per noi è una vita totalmente nuova; che per noi non esiste nulla di impossibile, perché nulla impossibile esiste per Dio; che nessun potere terreno ci può toccare senza che Dio lo voglia, e che il pericolo e la tribolazione ci conducono solo piu’ vicino a Dio. E’ certo che noi non dobbiamo pretendere nulla e che tuttavia possiamo chiedere ogni cosa. E’ certo che nel soffrire è nascosta la nostra gioia, e nel morire la nostra vita. E’ certo che in tutto questo noi ci troviamo in una comunione che ci sostiene”.
   
D. Padre Alessandro, l’Ikonda Hospital ha bisogno di persone che diano il loro contributo. Cosa pensa di coloro che scelgono di essere volontari?         
R. Non e’ facile trovare persone giovani, già avviate nel loro professione, pronte a lasciare tutto per venire in Tanzania, e per di più a Ikonda, per un periodo lungo. Credo che ci sia un equivoco di fondo che tante persone fanno nell’avvicinare l’Africa o il mondo in via di sviluppo. Molti dicono: “vado a fare un’ esperienza”. Io credo che non esista “l’esperienza” fine a sé stessa, esiste solo la vita. La scelta di queste persone non è una parentesi, ma un pezzo di vita che vuole diventare una scelta più lunga, una decisione che pochi, pochissimi fanno. La mission e il volontariato, infatti, per essere incisivi e portare frutti, hanno bisogno di una presenza costante che non si deve limitare al “mordi e fuggi”.

Ringraziamo di cuore Padre Alessandro per le sue belle parole, perché possano aiutarci a riflettere sull’importanza della condivisione e della solidarietà.

Sono tante le storie da raccontare e le persone a cui dare voce per sentirci ancora più vicini ad Ikonda. Nel nostro prossimo appuntamento, speriamo di poter ospitare la storia o il racconto di qualche medico o volontario che abbia voglia di farci sentire parte di questa realtà che ha bisogno anche di noi.

Tutti coloro che vogliono continuare a sostenere l’operato di Padre Alessandro e dei suoi volontari può contribuire, come vuole, ai tanti progetti che hanno bisogno di tutti noi.

A Natale, regaliamo un sorriso di speranza...

Per aiutare Ikonda:
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Dal 1° gennaio 2008 per i versamenti bancari usare il codice IBAN: IT 66H0521651650000000030095 oppure c/c postale n. 36286490 intestato ad “Amici Ikonda Hospital Tanzania”.