Nel 1449 Francesco Sforza, duca di Milano, diede in feudo Lomello al conte Antonio Crivelli, con la facoltà di cingere il borgo di mura e di fossato. Costui iniziò così l'opera di ricostruzione dell’attuale castello, distrutto precedentemente da Facino Cane, alzando una torre a guardia del ponte levatoio. I successori del conte continuarono l’opera di ristrutturazione e di abbellimento dell’edificio. Nel 1549, il cardinale Alessandro Crivelli, nipote di Antonio, acquistò le colonne del loggiato del cortile e fece decorare alcuni degli ambienti interni. Al piano rialzato del castello si possono tuttora ammirare due sale affrescate. Nella prima sala si trova un ciclo di pitture a carattere profano. Nella volta, spicca l’immagine di donna che regge una sfera celeste ed un compasso. La sua figura è inserita in un ottagono, ai cui lati appaiono i nomi dei venti, rappresentati da testine di putti nell’atto di soffiare. Ai lati sono raffigurate le stagioni, con i relativi segni dello zodiaco. Nelle lunette laterali, infine, sono rappresentati i lavori dei campi nei diversi periodi dell’anno. Gli affreschi sono di autore anonimo del tardo ‘500 e seguono la maniera dei pittori fiamminghi. Nelle lunette della seconda sala, più piccola della precedente, è raffigurato invece un ciclo religioso, con la storia ed il martirio di Santa Caterina di Alessandria in Egitto nelle lunette laterali e la rappresentazione del Paradiso e della Trinità nella volta. Questa sala era, forse, una cappella privata del castello. In una stanza del primo piano sono stati collocati i frammenti di un mosaico romano, di epoca imperiale, rinvenuto a Lomello nel 1969. L’opera, che costituiva la pavimentazione di una villa patrizia, presenta motivi decorativi di grande interesse quali l’emblema della Gorgone e vari elementi simbolici che rinviano tutti al sole. Interessante è anche la sala attigua, che conserva tracce di decorazioni quattrocentesche, oltre alle travi dell’epoca che sostengono ancora il soffitto. Nelle sala è stata collocata la donazione Santagostino. Si tratta una raccolta di opere donate al Comune di Lomello dai familiari di Silvio Santagostino, pittore mortarese del ‘900, specializzato nella ritrattistica e nella raffigurazione di paesaggi. Nel 1948 il castello divenne sede del Comune e lo è tuttora. Per visitare l’edificio bisogna contattare le guide turistiche della Pro Loco di Lomello.
Per informazioni: Pro Loco: tel. 0384/85542; cell: 3393049936; http://prolocolomello.blogspot.com/ e-mail: prolocolomello@yahoo.it Comune di Lomello: 0384/85005 www.comune.lomello.pv.it
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