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Rassegna Stampa - Il Ticino   PDF  Stampa  E-mail 

Dalla ProvinciaPavese di oggi 8ottobre 2010 www.laprovinciapavese.it

«Il Ticino diventa la fogna di Milano» Il caso scolmatore

 
Parla un biologo esperto di problemi dei parchi naturali
«Tanti soldi spesi per salvarlo Così distruggeranno tutto»

Dalla ProvinciaPavese di oggi 8ottobre 2010 www.laprovinciapavese.it

«Il Ticino diventa la fogna di Milano» Il caso scolmatore

FABRIZIO GUERRINI

 PAVIA. Lo vogliono fare davvero e così il «Ticino sarà come il Lambro, il Seveso e l’Olona: fiumi morti». Lo scolmatore del Seveso sarà raddoppiato. Per salvare Milano dai nubifragi che trasformano il fiume-torrente nella più grossa fogna di Lombardia.
 Un testimone scomodo che rischia di passare ora alla provincia di Pavia, al Ticino. Ed è battaglia. Ieri in Provincia, a Milano, si è discusso, infatti, del progetto che porterà la portata del «sifone» fognario da 30 a 60 metri cubi. Il Seveso raccoglie, dopo violentio temporali, gli scarichi fognari di Barlassina, Meda, Cinisello, Cormano e Cusano. Una foresta di cemento che assedia Milano: l’ultimo temporale ha fatto esplodere i tombini tra Niguarda e via Zara. E per evitarlo il Comune di Milano vuole lo scolmatore più grosso.
 E’ un progetto fermo da 30 anni e che costa 33,4 milioni di euro. Pochi dicono a palazzo Marino se raffrontati ai danni da pagare dopo 90 esondazioni in quasi 30 anni, otto solo nel 2010.
 Ma Pavia non ci sta e con Pavia tutto il Parco del Ticino. Voce grossa.
 «No. Non lo faranno. Bloccheremo il progetto ad ogni livello - afferma Fabrizio Fracassi, assessore a Pavia e componente del consiglio direttivo del Consorzio Parco Ticino - Mi ero battutto 10 anni fa contro questo scempio che minaccia il Ticino. Torno in trincea e tirerò fuori dai cassetti i manifesti che avevo preparato allora. Intanto avviserò i militanti leghisti di Milano che sono negli enti preposti di darci una mano. Lo scolmatore non passa. Garantito. Per prima cosa dovranno convocarci. Qui serve un confronto serio sul problema. Milano non può fare ciò che vuole senza ascoltare Pavia e la sua provincia».
 Ticino, fiume-collettore di Milano: l’ipotesi non piace ai sindaci. Germano Miatton sindaco di Carbonara Scrivia sarà presente questa sera all’assemblea dei sindaci a Magenta.
 «Questo progetto va assolutamente discusso. Noi sindaci siamo preoccupati per le conseguenze che avrà sul nostro fiume». Mobilitazione ad ogni livello. «No al raddoppio dello scolmatore, no alla legge speciale che vogliono ptomulgare per poter attuare il progetto - osserva Giuseppe Villani, consigliere regionale del Pd - Serve una pianificazione. Serve discutere con i territori. La situazione è grave. L’ambiente del Ticino è una risorsa troppo importante». Milano soffre. Pavia non vuole veder contaminato il suo fiume azzurro dai fanghi acidi. Non cìè molto tempo, dicono gli esperi. E le soluzioni non sono molte. Bisogna studiare by pass che portino il Seveso altrove e non dalle parti di Abbiategrasso dritto nella corrente del Ticino, il suo tratto finale. Quello più protetto e per il quale sono stati spese ingenti somme per recuperare la qualità delle sue acque.
 Un habitat prezioso. Il raffronto con la situazione dell’Olona è allarmante. Per non dire del Lambro che esperti della Regione Lombardia hanno da tempo dichiarato un fiume biologicamente in agonìa.
 «No, il Lambro è proprio morto» afferma un biologo. Il Ticino rischia questo destino? L’ipotesi scolmatore non piace per questo. I Comuni e il Consorzio del Parco scendono in campo. Alzano i toni. «Milano dovrà ascoltarci ad ogni costo. Questo è un disastro, così uccideranno il Ticino. Non possiamo permetterlo» afferma il vicepresidente del Parco Luigi Duse.

Parla un biologo esperto di problemi dei parchi naturali
«Tanti soldi spesi per salvarlo Così distruggeranno tutto»

  PAVIA. «I soldi pubblici spesi per salvare il Ticino lo saranno inutilmente». Lo dice Luca Canova, zoologo all’Università di Pavia, già direttore generale del Parco Regionale Adda Sud e responsabile della Riserva Naturale Orientata di Monticchie di Somaglia nel lodigiano.
 Dottor Canova, qual è la situazione attuale del Ticino?
 
«Il Ticino è da tempo, grazie a quello che è stato fatto, una autentica perla della biodiversità lombarda. E lo dice un Lodigiano, che ha vissuto per anni lungo Lambro e Po e sa che cosa cos’è l’inquinamento, quello vero. Il Ticino ha i suoi problemi, dovuti alla riduzione delle portate e alla concentrazione degli inquinanti, ma è ancora un fiume con qualità delle acque mediamente buona».
 Quali rischi ci saranno per il fiume azzurro con il possibile raddoppio dello scolmatore?
 
«Quello di portarsi in casa l’inquinamento di Seveso e Olona che sono simili per situazione al Lambro. Se è vero, che si punta a raddoppiare la portata in uscita del canale e se si tiene conto che la portata di magra del Ticino è intorno ai cinquanta metri cubi al secondo è come dire che arriveranno due Ticini inquinati in un Ticino (abbastanza) pulito: i conti sono presto fatti».
 Gli effetti sulla fauna?
 
«L’ambiente reagisce con una certa latenza agli stress ambientali. Ma reagisce. Quel che si può dire è che compariranno nuove forme di inquinamento da area industrializzata che erano finora ridotte nel contesto del Ticino; assisteremo a un bioaccumulo di metalli e altre sostanze inquinanti negli organismi viventi. Ma soprattutto verranno vanificati gli interventi, finanziati con denaro pubblico da Parchi e amministrazioni provinciali sulla reintroduzione di specie animali come lo storione cobice e la trota mormorata. La sfida per il rilancio del turismo fluviale potrebbe essere vanificata». (f. g.)


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